Negli ultimi anni il settore della nutraceutica ha incrementato di gran lunga l’uso delle erbe officinalis per curare o attenuare alcuni disturbi psicosomatici del corpo. Grazie ai loro principi attivi – contenuti nelle foglie, radici e semi – gli effetti di queste piante sull’organismo umano, sono molto potenti. Nei prossimi paragrafi vi spieghiamo perché.
La gran parte degli integratori in circolazione contengono alcune delle principali erbe officinalis, ciascuna con proprietà terapeutiche e curative differenti. Dalla betulla alla bardana, passando per il finocchio e il rabarbaro, indispensabile per la protezione del fegato. Ciascuna di esse agisce a livello fisiologico: in particolare, il sambuco e l’anice verde, sono tra le più utilizzate per i disturbi intestinali come gonfiore, flatulenza e irritabilità.
Le erbe officinalis sono coltivabili e coltivate anche in Italia. Le più diffuse sono la menta piperita, la lavanda, la camomilla, la passiflora, il finocchio, la salvia e l’origano, utilizzate anche in cucina. La coltivazione delle piante officinali, nel nostro Paese ha raggiunto una produzione pari a circa 2.000-3.000 tonnellate di prodotto ogni anno. In futuro, anche grazie alle innovazioni tecnologiche in agricoltura e all’interesse crescente dei consumatori, il giro d’affari e il volume della produzione potrebbe intensificarsi in modo significativo.